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FAI Regionale Veneto - Gianluigi Satini : E' INIZIATO IL 2019
La Segreteria - BS
1-3-2019 18:30

La nostra società è organizzata secondo un calendario (gregoriano) che detta, per comodità, i tempi della nostra esistenza e del nostro convivere civile.

 

Più o meno quotidianamente siamo invitati a rispettare scadenze e non dimenticare quelle future.

 

Infatti il primo giorno dell’anno certifica che il precedente si è chiuso, infatti il primo giorno dell’anno se certifica che inizia un anno nuovo non certifica l’inizio d’una azienda nuova né di un uomo nuovo: caso mai ne certifica l’anzianità.

 

I nostri bilanci sono annuali, siamo abituati a ragionare in tal senso tanto che ci raccontiamo com’è andato il ’17 ed il ’18 e come spero andrà il ’19, idem per gli investimenti, i progetti ecc.

 

Nei fatti, invece, ogni giorno procede al precedente ed il 15 dicembre 2018 non è molto diverso dal 15 gennaio 2019 solo perché nel frattempo si è modificato il calendario.

 

Desidero sottolineare che il nostro scadenziario muta non a causa d’un tempo che trascorre più o meno organizzato bensì al mutare di ben altre situazioni.

 

Ne viviamo di tutti i tipi e ci provocano i più svariati sentimenti; ci obbligano, queste sì, a riflettere sulla vita personale e dell’azienda e poco hanno a che vedere con i tempi dettati dal calendario.

 

“Entro il… devo realizzare… vorrei raggiungere… dovrei diventare… il progetto dev’essere concluso…”

 

Quanta fatica, fatica vera, sia chiaro, ma il nostro presente com’è?

 

Il nostro presente ha origine dal nostro sentire ed il nostro sentire è spesso condizionato da quanto ci giunge dall’esterno, al punto che diventiamo sordi a noi stessi.

 

Ma è davvero importante tutto ciò?

 

Il costo del carburante sale e scende, influisce sul bilancio dell’azienda, il bilancio dell’azienda sul mio umore?

 

Il costo del personale sale, influisce ecc. ecc.? Però non troviamo autisti e cominciamo a pagarli un po’ di più, anche per altri motivi, e la marginalità aziendale tende a ridursi…

 

Il Governo ci aiuta con provvedimenti oggettivamente indispensabili ma nel nostro settore si presentano soggetti apparentemente più competitivi… Il nostro bicchiere è sempre mezzo vuoto.

 

E’ questo il nostro presente? Ed ancora, è davvero importante tutto ciò?

 

Da anni svolgiamo l’attività di autotrasportatore, da anni abbiamo aggiunto qualche altro servizio, da anni ci sentiamo imprenditori in lotta, da anni desideriamo qualcosa che sembra non arrivare mai.

 

E tutto ciò, anno dopo anno, quasi che il calendario fosse ininfluente.

 

Torno necessariamente al presente ed a qual è il sentire che ci conduce ed influenza l’umore.

 

Ogni giorno in azienda, chiamati a fare scelte, sviluppo un pensiero che guarda al problema con sguardo positivo o negativo.

 

La cosa più facile è riconoscere le difficoltà, la cosa più facile è intravvedere difficoltà ovunque, la cosa più facile è stancarsi di vedere solo difficoltà.

 

Mi chiedo se è questo lo sguardo che mi aiuta a vivere il presente, mi chiedo se questa è la realtà, mi chiedo perché è diventata così pesante.

 

Poi telefono in associazione, qualche volta una luce si accende, il nostro presente è un po’ meno pesante, il nostro bicchiere un po’ meno vuoto, il nostro sguardo un po’ si trasforma, il calendario non si ferma ma diventa un po’ più ricco.

 

Un momento, ma qual è il presente dell’associazione?

 

E’ la somma dei “nostri presenti” intesi come associati ed in parte come dipendenti dell’associazione?

 

Vi confido che non ho una risposta netta, vi confido che è forte il desiderio di uno sguardo positivo anche di fronte alle preoccupazioni che a volte non fanno dormire, perché una cosa l’abbiamo imparata: pensar male è la cosa più facile e non serve a nulla, un sentire che ammorba l’umore e spegne ogni luce.

 

E’ individuare un pensiero positivo più difficile, a volte complicato, certamente impegnativo, ma è l’unico utile a tutti noi, anche se a volte ci scoccia riconoscerlo perché potrebbe essere un pensiero “scomodo”.

 

Questo vuole essere il mio augurio per l’anno 2019?

 

No, questo è il mio augurio extra-calendario, che il pensare positivo ci accompagni nella vita, ogni giorno, non solo nell’ambito del lavoro, l’augurio che la ricerca d’un pensar bene diventi uno stile per non accontentarci di sentirci sconfitti.

 

Anche quest’anno (ahi, ahi, ahi, ci risiamo con la quota associativa che è annuale…) ci incontreremo per parlare dei nostri argomenti ma non abbiamo in calendario ricorrenze particolari come accadrà il prossimo anno per il rinnovo delle cariche associative.

 

Continueremo a vigilare, continueremo ad ascoltare, ci impegneremo, per quanto ci sarà possibile, a pensare bene perché a pensare male son già in tanti.

 

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